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Amici

Se lo era trovato lì davanti e gli doveva spaccare la faccia.
Se lo era promesso mille volte in quei cinque anni e un giorno.
Cinque anni da quando era ufficialmente fallito il suo ristorante.
Lo guardava e sentiva un miscuglio di mille parole e rabbia.
Un nodo allo stomaco e le lacrime che volevano uscire ma il suo orgoglio lo impediva.
Il suo migliore amico, l’unico, l’aveva tradito, per soldi.
Il suo “amico” lo guardava serio e una lacrima gli orlava le palpebre.
Fermi, in silenzio, per trenta secondi.
“Ciao Lorenzo, non vorrei averti visto”. non voleva ritornare sul passato.
“Ciao Mattia, non andare, ti devo parlare, ti stavo cercando.”
“Vai e basta, non ti voglio più male adesso che ti ho visto, non ti giudico, sei troppo intelligente perché ti dica qualcosa di male.”
“Ascolta, tu non avresti mai chiuso, avresti perso tutto, anche la tua casa pur di non ammettere di aver fallito.”
“Tu però ti sei preso tutti i soldi che restavano, non hai pagato i fornitori. Mi sono sentito fallito dentro e fuori. Sei sparito con tutto il poco che restava.”
“Sei un bravo uomo ma non capisci quando bisogna mettere da parte onore e orgoglio e salvare il salvabile.”
“Tu l’hai fatto.”
“Sono passati cinque anni e un giorno, il debito è prescritto. Con quei pochi mila euro e le tue ricette migliori ho riaperto a duecento chilometri da qui, a Torino. Non ho mai smesso di pensare a come dove stavi, a come potevi sentirti. Le cose sono andate bene da subito.
Ti posso ridare subito 250.000 euro, per rifarti un tuo locale.
Oppure, se vuoi, ripartiamo insieme.”

Amici
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