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Roba da matt

Dopo la messa delle 10 gli si era avvicinato il Franco Ghiringhelli chiedendogli se poteva ricevere lui, sua moglie e i due cognati nel pomeriggio, non aveva aggiunto altro e Don Canzio, parroco di Cadrenzate aveva acconsentito, la sua porta…

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Le suocere

Due bravi ragazzi dell’oratorio, liceale diciannovenne lei, diplomato all’istituto tecnico e già lavoratore lui. Si piacevano ma non erano, nessuno dei due, al primo approccio, pomiciavano volentieri, una piacevole esperienza sentire le sensazioni di forte interesse che potevano venire dal…

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Cinque volte il mondo

Il mondo ed ogni cosa parlan di te mi alzo, sbadiglio e sei lì nel caffè sorrido stupito, è una dipendenza dal tuo amore e la sua prepotenza. Il mondo è un’arena e se son solo son legato alla terra…

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Il mio papà

Il mio papà è alto e forte io invece ho le gambe corte in braccio a lui mi piace stare è bravo e sa anche guidare. Quando mi sveglio lui non c'è è già al lavoro, chissa perché ma trovo…

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E devono uscire

Erano anni che insisteva con gli stessi numeri, 57 - 75 - 87 - 88, sulla ruota di Venezia, Orso li giocava da così tanto che aveva fatto amicizia con il gestore. Una sera di gennaio stava nevicando forte e…

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Cercare

Ogni uomo nasce impaziente per una bramosia che è latente è una foto di caccia al tesoro chiedendosi dove sia l’oro. Era un giocattolo della tivù, era un amato che non c’è più, era una vincita milionaria, erano i castelli…

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Un legame ultraterreno

Video con testi di Paolo Bardelli e musica dell'artista Luciano Iezzi " Era stata una vita normale a giudizio di molti, era stata una vita normale anche per lei. Una vita si ricorda o si presenta in tutta la sua…

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Una Donna per un Uomo

Ogni donna è un vero universo in cui l’uomo si vorrebbe perso, una consigliera saggia e sicura che dei suoi forse si prenda cura perché il ragazzo vaga incerto nella vita che è un mare aperto e nelle burrasche cerca…

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La Stella Sconosciuta

Due anni, guardavo attorno sveglio, era fatto il giorno un mondo nuovo, diverso l’angoscia di essermi perso occhi aperti nel mio lettino volevo la mia fata lì vicino il suo caldo e bel tepore il suo dolce, buon odore. Oggi…

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La parola

Guardavi fora di me ugiun
setà giò in del cadregun
vunch i man, patacà i cavei
spurca la tuvaia, i vistì anca quei.

Seri là ke strafuiavi pian
la boca impienida cunt i man
però ul patèl l’è net e bèl such
capisi no parchè me guardan tuch,

ul mè pà, la nona, ul me fradel
ancha ul gat l’è lì a fa spuel
che el me guarda da sot in su
speciandu quel che mangi pù.

L’è un bèl vif in questa cà
con tanti besti che stan chi tacà
la vaca, ‘l vedel, ‘l cunili, l’asnin
ul gal, la galina e i so pùrasin,

tùc fan vers, chi boia chi nitris
chi brùgia, chi mogna e sa capis
sa g’han fam ,set, o vòran cunsili,
l’unic k’el tas a l’è ‘l cunili.

Anca mi sun mia vùn che tas
quand me gira fo un bel frecas
se go fam, set o sun trop quatà,
o magari el patel el s’è pitùrà,

ma el burdel pùse gros in lura
el fasevi quando gavevi pagùra
de cusè el so no, regordi dumà
che sentivi el bisògn de caragnà.

Regordi quela volta in del cadregun
ke m’era ciapà na gran agitaziun
parchè savevi no, mi là tùt vunch
ke l’era in stala, l’era dré munch,

el nonu m’ha catà su, ma l’era brùt
i man che grata, quei dul magùt
la barba lunga, quela ca spunch
e mi par ripica l’ho lasà vunch.

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